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sabato 23 gennaio 2010

Miur: IUniScuola, attività alternative all’insegnamento della religione cattolica

«Chiarimenti dalla Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l’Autonomia Scolastica»
Ecco la nota di chiarimento del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l’Istruzione
Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l’Autonomia Scolastica

Prot.AOODGOS n.427 Roma, 21 gennaio 2010
Oggetto: *CM n. 4/2010.Attività alternative all’insegnamento della religione cattolica. Chiarimenti.
In relazione a quesiti pervenuti, si conferma che, come negli scorsi anni, l’*Allegato D della CM n. 4 del 15 gennaio 2010, sulle iscrizioni per l’anno scolastico 2010-2011, relativo alla scelta di avvalersi o di non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica, va compilato al momento dell’iscrizione alla classe iniziale.

L’*Allegato E della medesima circolare, relativo alla scelta tra le attività alternative all’insegnamento della religione cattolica, va compilato entro l’avvio delle attività didattiche in relazione alla programmazione di inizio d’anno da parte degli organi collegiali.

Si precisa inoltre che le scelte alternative all’insegnamento della religione cattolica, previste dall’Allegato E, costituiscono il numero minimo di opzioni che la scuola offre agli alunni.

IL DIRETTORE GENERALE
Mario G. Dutto
*Per saperne di più visualizza Valsassina24ore

martedì 19 gennaio 2010

IUniScuola,I tagli sul sociale a Regioni e Comuni: un'analisi sulla Finanziaria per il 2010

Fonte :www.superando.it/
«Dopo il taglio di oltre mezzo miliardo di euro operato dalla Finanziaria per il 2009, prosegue anche con la Legge Finanziaria per il 2010 [Legge 191/09, N.d.R.] il taglio ai fondi per il sociale erogati a Regioni e Comuni.
Il provvedimento in oggetto, innanzitutto, non prevede più alcun finanziamento (nel 2009 erano 100 milioni di euro) per il Piano Straordinario Servizi Socio-Educativi per la Prima Infanzia, che è stato decisivo per sviluppare l'offerta di asili nido in Italia. Dopo un gran parlare, dunque, di politiche per aiutare le famiglie, si interviene negativamente su uno dei pochi fondi in grado di agire efficacemente nel supporto a quelle famiglie dove entrambi i genitori lavorano.»
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