BLOG DEI LUCANI EMIGRATI
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mercoledì 17 giugno 2009

ANCORA A RISCHIO DI CHIUSURA LE SCUOLE DI MONTAGNA

Blog di Dino Dono PER UN FEDERALISMO CHE UNISCE EUROPA: IUniScuola.Dimensionamento:dalla Conferenza unificata una soluzione provvisoria

IUniScuola.L'allarme è lanciato dall’assessore Luigi Ricca della regione Piemonte

"Scuole di montagna a rischio di chiusura. L’allarme per il ridimensionamento delle classi l’avevano già dato da tempo insegnanti, dirigenti scolastici e amministratori, ma ora l’assessore regionale Luigi Ricca ci tiene a precisare che dopo la scadenza del 15 giugno per stabilire i numeri minimi per il mantenimento dei plessi, resta ancora molto alta l’apprensione verso le scuole di montagna che rischiano concretamente di essere cancellate.

Infatti mentre di norma i numeri minimi di alunni sono 30 per la scuola dell’infanzia e 50 per la scuola primaria, nonostante la deroga prevista per i territori montani sia di 15 bambini per la scuola dell’infanzia, 20 per la scuola primaria e 30 per la secondaria di primo grado, ci sono molti plessi in Piemonte che non hanno i numeri minimi di bambini iscritti.

«Le scuole che si troveranno in condizioni critiche – commenta l’assessore Ricca – perché non possono sostenere i numeri minimi di iscrizioni, si trovano anche in comuni di montagna. E si tratta di comuni montani molto isolati con evidenti difficoltà sul piano dei collegamenti con gli altri centri a causa di strade disagevoli che implicano anche tempi di percorrenza lunghi per le famiglie e per i bambini piccoli».

In Valle Orco e Soana, a Ceresole Reale la scuola elementare ha 8 alunni, di cui una in quinta elementare così come quella di Ronco Canavese ha 9 bambini, di cui due che dovranno frequentare l’ultimo anno.

Un altro caso a rischio è in Valchiusella, a Brosso, dove gli alunni sono 19. Il Piano programmatico proposto dall’attuale riforma Gelmini, richiama il Dpr 233/98 che, nel fissare i parametri per il dimensionamento delle istituzioni scolastiche, prevede uno standard generale compreso fra i 500 e i 900 alunni, e consente una deroga autorizzando il dimensionamento di istituzioni scolastiche con una popolazione compresa tra le 300 e le 500 unità per le scuole che si trovano in zone montane e a condizione che si tratti di istituti comprensivi del 1° ciclo.

A partire dal 1999 le istituzioni scolastiche della montagna piemontese si sono adeguate alla normativa (Ceresole Reale e Ronco fanno parte dell’istituto comprensivo di Pont Canavese, mentre Brosso fa parte dell’istituto comprensivo di Vistrorio), riorganizzando la rete dei plessi in modo da istituire, nella quasi totalità, istituti comprensivi con popolazione scolastica congrua.

«Purtroppo – sottolinea Ricca – sono una cinquantina e scuole a rischio in tutta la Regione, distribuite in quasi tutte le province che non hanno neanche i numeri minimi previsti dalla deroga per i territori montani. E anche se si ottenesse una deroga della deroga, il rischio è che non ci sarebbero gli insegnanti, in quanto non c’è relazione tra la programmazione dei plessi e la disponibilità di insegnanti. Chiudere le scuole di montagna significa sancire la fine di una comunità locale».
(fonte Localport.it di Francesca Dighera )"

domenica 14 giugno 2009

IUniScuola. CdM approva riforma dei licei, si parte dal 2010

Da 400 indirizzi sperimentali a 6 licei
più autonomia per le scuole e razionalizzazione dei piani di studio

-Il liceo artistico, articolato in tre indirizzi;
-Il liceo classico (in cui sarà introdotto l'insegnamento di una lingua straniera per l'intero quinquennio);
- Il liceo scientifico (oltre al normale indirizzo le scuole potranno attivare l'opzione scientifico-tecnologica, priva del latino);
- Il liceo linguistico;
- Il liceo musicale e coreutico,
- Il liceo delle scienze umane che sostituisce quello sociopsicopedagogico;/strong>blockquote>
Ecco il comunicato del MIUR:
Approvata oggi in prima lettura dal Consiglio dei Ministri la riforma dei licei. Si tratta di una riforma epocale che partirà dal 2010 e che segna un passo fondamentale verso la modernizzazione del sistema scolastico italiano. L’impianto complessivo dei licei, infatti, risale alla legge Gentile del 1923.

Con questa riforma si vuole
:
fornire maggiore sistematicità e rigore e coniugare tradizione e innovazione;
razionalizzare i piani di studio, privilegiando la qualità e l’approfondimento delle materie di studio;
caratterizzare accuratamente ciascun percorso liceale;
riconoscere ampio spazio all’autonomia delle istituzioni scolastiche;
consentire una più ampia personalizzazione, grazie a quadri orari ridotti che danno allo studente la possibilità di approfondire e recuperare le mancanze.
Il Regolamento recante “revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei” approvato oggi completa la riforma della scuola secondaria superiore avviata dal ministro Mariastella Gelmini con la riforma degli istituti tecnici e professionali e partirà dal 2010.

Il nuovo modello dei licei partirà gradualmente, coinvolgendo a partire dall’anno scolastico 2010-2011 le prime e le seconde. La riforma entrerà a regime nel 2013.
Le novità della riforma:
Per cancellare la frammentazione e consentire alle famiglie e agli studenti di compiere scelte chiare i 396 indirizzi sperimentali, i 51 progetti assistiti dal Miur e le tantissime sperimentazioni attivate saranno ricondotte in 6 licei.
Rispetto al vecchio impianto che prevedeva solo il liceo classico, il liceo artistico e lo scientifico, oltre all’istituto magistrale quadriennale e a percorsi sperimentali linguistici, con la riforma avremo:
Liceo artistico, articolato in tre indirizzi:
arti figurative - a conclusione del percorso di studio gli studenti dovranno essere in grado di cogliere i valori estetici nelle opere artistiche ed individuare le problematiche estetiche, storiche, economiche, sociali e giuridiche connesse alla tutela e alla valorizzazione dei beni artistici e culturali;
architettura, design, ambiente - a conclusione del percorso di studio gli studenti dovranno essere in grado di conoscere e utilizzare i codici della comunicazione visiva e audiovisiva nella ricerca e nella produzione artistica, in relazione al contesto storico-sociale;
audiovisivo, multimedia, scenografia - a conclusione del percorso di studio gli studenti dovranno essere in grado di impiegare tecnologie tradizionali e innovative nella ricerca, nella progettazione e nello sviluppo delle proprie potenzialità artistiche.

Liceo classico. Con la riforma sarà finalmente introdotto l’insegnamento di una lingua straniera per l’intero quinquennio.

Liceo scientifico. Oltre al normale indirizzo scientifico le scuole potranno attivare l’opzione scientifico tecnologica che consentirà l’approfondimento della conoscenza di concetti, principi e teorie scientifiche e di processi tecnologici, anche attraverso esemplificazioni operative.

Liceo linguistico. Il liceo linguistico prevederà l’insegnamento di 3 lingue straniere. Dalla terza liceo un insegnamento non linguistico sarà impartito in lingua straniera e dalla quarta liceo un secondo insegnamento sarà impartito in lingua straniera.

Liceo musicale e coreutico. E’ una delle novità della riforma. Il liceo musicale sarà articolato nelle due sezioni musicale e coreutica. Inizialmente saranno istituite 40 sezioni musicali e 10 coreutiche e potranno essere attivati in collaborazione con i conservatori e le accademie di danza per le materie di loro competenza.
Gli studenti, a conclusione del percorso di studio, devono essere in grado di:
cogliere i valori estetici delle opere musicali;
conoscere repertori significativi del patrimonio musicale e coreutico nazionale e internazionale, analizzandoli mediante l’ascolto, la visione e la decodifica dei testi;
individuare le ragioni e i contesti storici relativi ad opere, autori, personaggi, artisti, movimenti, correnti musicali e allestimenti coreutici;
conoscere ed analizzare gli elementi strutturali del linguaggio musicale e coreutico sotto gli aspetti della composizione, dell’interpretazione, dell’esecuzione e dell’improvvisazione;
conoscere le relazioni tra musica, motricità, emotività e scienze cognitive.
Liceo delle scienze umane. Altra novità della riforma è il liceo delle scienze umane. Sostituisce il liceo sociopsicopedagogico portando a regime le sperimentazioni avviate negli anni scorsi. Il piano di studi di questo indirizzo si basa sull’approfondimento dei principali campi di indagine delle scienze umane, della ricerca pedagogica, psicologica e socio-antropologico-storica.
Le scuole potranno attivare l’opzione sezione economico-sociale in cui saranno approfonditi i nessi e le interazioni fra le scienze giuridiche, economiche, sociali e storiche.
Altre novità introdotte:
valorizzazione della lingua latina. Il latino è presente come insegnamento obbligatorio nel liceo classico, scientifico, linguistico e delle scienze umane; come opzione negli altri licei;
incremento orario della matematica, della fisica e delle scienze per irrobustire la componente scientifica nella preparazione liceale degli studenti (gli insegnamenti di fisica e scienze possono essere attivati dalle istituzioni scolastiche anche nel biennio del liceo classico);
potenziamento delle lingue straniere con la presenza obbligatoria dell’insegnamento di una lingua straniera nei cinque anni ed eventualmente di una seconda lingua straniera usando la quota di autonomia.
presenza nel liceo scientifico di una opzione in cui confluisce l’esperienza del liceo tecnologico, che ha rappresentato negli anni trascorsi un significativo filone di innovazione;
presenza delle discipline giuridiche ed economiche sia nel liceo scientifico (opzione tecnologica), sia nel liceo delle scienze sociali (opzione economico-sociale), sia negli altri licei attraverso la quota di autonomia.
insegnamento, nel quinto anno, di una disciplina non linguistica in lingua straniera, che ci allinea alle migliori esperienze del resto d’Europa.
Sarà valorizzata la qualità degli apprendimenti piuttosto che la quantità delle materie. I quadri orari saranno adeguati a quelli dei Paesi che hanno raggiunto i migliori risultati nelle classifiche Ocse Pisa come la Finlandia (856 ore all’anno). Il quadro orario sarà annuale e non più settimanale, in modo da assegnare alle istituzioni scolastiche una ulteriore possibilità di flessibilità.
Tutti i licei prevederanno 27 ore settimanali nel primo biennio e 30 nel secondo biennio e nel 5° anno, ad eccezione del classico (31 ore negli ultimi tre anni), per preservare le caratteristiche rafforzando la lingua straniera, dell’artistico (massimo 35), musicale e coreutico (32), perché questi ultimi prevedono materie pratiche ed esercitazioni.
Entrano a regime le sperimentazioni che hanno coinvolto gli istituti d’arte, i percorsi musicali, i vecchi istituti magistrali e le sperimentazioni scientifico tecnologiche e linguistiche, queste ultime nate dall’esperienza delle scuole non statali, private o degli enti locali.
Nuova organizzazione
La nuova organizzazione dei licei prevede:
Maggiore autonomia scolastica:
Possibilità per le istituzioni scolastiche di usufruire di una quota di flessibilità degli orari del 20% nel primo biennio e nell’ultimo anno e del 30% nel secondo biennio. Attraverso questa quota, ogni scuola può decidere di diversificare le proprie sezioni, di ridurre (sino a un terzo nell’arco dei 5 anni) o aumentare gli orari delle discipline, anche attivando ulteriori insegnamenti previsti in un apposito elenco.
Possibilità di attivare ulteriori insegnamenti opzionali anche assumendo esperti qualificati attraverso il proprio bilancio.
Un rapporto più forte scuola-mondo del lavoro-università
Possibilità, a partire dal secondo biennio, di svolgere parte del percorso attraverso l’alternanza scuola-lavoro e stage o in collegamento con il mondo dell’alta formazione (università, istituti tecnici superiori, conservatori, accademie).
Nuove articolazioni del collegio dei docenti:
costituzione in ogni scuola di dipartimenti disciplinari, che riuniscono i docenti di uno stesso ambito disciplinare, per sostenere la didattica, la ricerca, la progettazione dei percorsi.
costituzione di un comitato scientifico composto paritariamente da docenti ed esperti del mondo della cultura e del lavoro.
Dipartimenti disciplinari e comitato scientifico non ledono comunque la sovranità del collegio docenti.
Roma, 12 giugno 2009