BLOG DEI LUCANI EMIGRATI
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mercoledì 10 marzo 2010

Articolo 18 addio

L’ennesimo attacco del Governo ai diritti e alla legalità.
Ci risiamo: lo Statuto dei lavoratori è di nuovo preso di mira.
L’articolo 18 continua a essere nel mirino degli addetti ai lavori in questo Governo. Proprio non ci stanno a tutelare i diritti lavoratori che (colpevole la crisi, che a detta di Berlusconi, non c’è) rimangono sempre meno. Si apre un altro scenario. In questa nostra bella Italia, aumentano i disoccupati, aumentano i precari, diminuiscono i lavoratori e diminuisce la loro tutela. Ora un lavoratore potrebbe essere licenziati anche senza giusta causa, perché è questo che si nasconde nel provvedimento varato dal Governo Berlusconi.

Prima sono state eliminate le misure sulle dimissioni in bianco, poi le deroghe alle norme e l’indebolimento delle sanzioni sulla sicurezza sul lavoro. In seguito sono stati rimossi i limiti ai contratti a termine e sono stati richiamati i contratti a chiamata. E così via, fino ad arrivare allo smantellamento delle tutele contro gli ingiusti licenziamenti.

Questa volta, si sono fatti più furbi però, memori del putiferio che scatenò nel 2002, non si propone la cancellazione della norma che tutela i lavoratori dal licenziamento senza giusta causa, ma s’invita semplicemente a ignorarla.

Non c’è che dire, in questo Governo hanno imparato tutti bene l’arte di prendere per i fondelli gli italiani, d’altro canto hanno avuto un buon maestro nel loro leader.

C’è questa tendenza perversa e pericolosa a rendere ricattabile qualsiasi lavoratore, in modo che non possa avere nulla a pretendere. E’ come dire: se vuoi lavorare, lo fai alle mie condizioni, altrimenti c’è un esercito di disoccupati che fa la fila fuori la porta. Un ragionamento che mette una pietra tombale su tutti i diritti conquistati, anche con il sangue, da lavoratori dall’inizio del ‘900. Un attacco qui, una riforma là, una modifica sopra e un emendamento sotto, ci stanno riportando ai periodi più bui della nostra storia. Gli schiavi asserviti del terzo millennio. E’ evidente che non c’è nessuna volontà da parte del Governo di mettere in campo misure efficaci per uscire dalla crisi. E’ evidente che la democrazia sta diventando sempre più una chimera. E’ evidente che la strada che si continua a perseguire con ostinazione va solo verso la tutela dei poteri forti. Di rimando, si continuano a colpire le fasce più deboli, e lo si fa con un cinismo e una tracotanza degna dei più rinomanti boia.

Ma come si può decidere per legge che il singolo lavoratore può accettare un accordo in base al quale il “contratto di assunzione prevede anche il ricorso all’arbitrato secondo equità”? Ma non si è sempre detto che i contratti e il ricorso agli arbitrati devono soddisfare il dettato delle leggi italiane, nonché della Costituzione?

Una politica, quella messa in campo, aberrante. Con lo smantellamento continuo delle garanzie dei lavoratori, si aprono le porte al mercato selvaggio del lavoro, e soprattutto spalanca i portoni ai licenziamenti. Tra l’altro, come fa rilevare Epifani, segretario della Cgil che annuncia un ricorso in Corte Costituzionale, questo potrebbe essere anche l’ennesimo attacco alla nostra Carta Costituzionale.

Bisogna provare con tutti i mezzi a fermare questi reiterati attacchi alla democrazia. Fra La Russa che minaccia fuoco e fiamme se non saranno riammesse le liste Pdl bocciate nel Lazio e in Lombardia (Non accetteremo mai una sentenza che impedisca a centinaia di migliaia di nostri elettori di votarci alle regionali. Se ci impediscono di correre siamo pronti a tutto“, ha dichiarato); gli attacchi alla stampa libera; gli attacchi alla magistratura; i legittimi impedimenti di turno; e ora lo smantellamento dello Statuto dei lavoratori, la democrazia, malata da tempo, è all’agonia.

Impediamo che ciò avvenga. Salviamo la democrazia e con essa il nostro futuro. Una battaglia questa che non ha colore politico. Tutti i cittadini consapevoli del pericolo che stiamo correndo, tutte le forze democratiche hanno il dovere di far sentire la propria voce e dire basta a quest’arroganza e a questi soprusi. Diciamo insieme basta. Cominciamo a lanciare un appello al Presidente della Repubblica affinché non firmi la legge approvata dal senato che colpisce al cuore lo Statuto dei lavoratori, e il 12 marzo scendiamo tutti in piazza con la Cgil per dire ancora una volta a questo Governo, che mostra di non avere orecchie per sentire e intelligenza per capire, che la democrazia si regge sui diritti e sulla legalità.
Tonino Scala

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